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Come devolvere il 5×1000: guida a una scelta semplice e di valore

Da Redazione

Luglio 04, 2025

Come devolvere il 5×1000: guida a una scelta semplice e di valore

Ogni anno, il momento della dichiarazione dei redditi rappresenta non solo un dovere fiscale, ma anche una preziosa opportunità di partecipazione e solidarietà. Tra le righe dei moduli fiscali si nasconde infatti il 5×1000, uno strumento semplice, potente e, soprattutto, a costo zero per il contribuente. È fondamentale chiarire che non si tratta di una tassa aggiuntiva. È una quota dell’imposta IRPEF che ogni persona fisica è comunque tenuta a versare allo Stato, ma sulla cui destinazione finale può esprimere una preferenza diretta.

Scegliere di devolvere questa quota non comporta alcuna spesa aggiuntiva e non esclude altre scelte, come quelle per l’8×1000 o il 2×1000, che sono meccanismi differenti e cumulabili.

Comprendere come devolvere il 5 x mille in modo corretto è quindi essenziale per assicurarsi che questo piccolo gesto di grande valore raggiunga la destinazione desiderata, trasformando una semplice firma in un supporto tangibile per chi opera nel sociale, nella ricerca e nella cultura.

Come funziona la procedura?

La procedura per effettuare questa scelta è unificata nel principio – una firma e un codice fiscale – ma si applica a diverse tipologie di contribuenti. Per i lavoratori dipendenti e i pensionati che presentano il Modello 730, sia precompilato online sia tramite CAF o professionista, è sufficiente individuare l’apposita “Scheda per la scelta della destinazione dell’otto, del cinque e del due per mille”. All’interno di questa, nel riquadro dedicato al 5×1000, si dovrà firmare nella casella corrispondente alla finalità scelta e riportare il codice fiscale dell’ente.

Lo stesso identico principio vale per i lavoratori autonomi e i titolari di partita IVA che compilano il Modello Redditi Persone Fisiche.

Una possibilità importante, e spesso poco conosciuta, è riservata anche a chi non è tenuto a presentare la dichiarazione dei redditi ma possiede una Certificazione Unica (CU). Anche questi soggetti possono destinare il loro 5×1000. È sufficiente compilare e firmare la scheda allegata alla CU, inserirla in una busta chiusa e scrivere sulla busta la dicitura “Scheda per le scelte della destinazione dell’otto, del cinque e del due per mille dell’IRPEF”, insieme al proprio nome, cognome e codice fiscale.

La busta può poi essere consegnata gratuitamente presso un ufficio postale, uno sportello bancario o un intermediario abilitato, come un CAF o un commercialista. Questa opzione garantisce a chiunque la possibilità di compiere un gesto di solidarietà.

Inserire correttamente il CF

Per assicurarsi che il proprio contributo arrivi esattamente all’organizzazione desiderata, l’inserimento del suo codice fiscale è un passaggio cruciale. Questo codice, facilmente reperibile sui siti web e sui materiali informativi degli enti, è la “coordinata” esatta della nostra volontà.

Apporre solamente la firma in un riquadro, senza specificare un codice, fa sì che la propria quota venga ripartita in modo proporzionale tra tutti gli enti di quella categoria. Indicare il codice fiscale, invece, garantisce che l’intero importo del proprio 5×1000 venga destinato in modo diretto e univoco a quella specifica associazione o fondazione, massimizzando l’impatto della propria scelta personale.

Il ruolo di MSF

L’efficacia di questo strumento si comprende appieno guardando all’operato di chi ne beneficia. Un’organizzazione come Medici Senza Frontiere, ad esempio, trasforma da anni i fondi del 5×1000 in assistenza medica e umanitaria vitale.

Grazie a queste risorse, è possibile allestire ospedali da campo in zone di guerra, garantire l’accesso all’acqua pulita, distribuire farmaci essenziali e curare migliaia di bambini affetti da malnutrizione. Ogni singola firma contribuisce a sostenere queste missioni, portando cure e speranza dove ce n’è più bisogno.

Un gesto di valore

Un aspetto fondamentale che garantisce il valore di questo strumento è la trasparenza. Gli enti beneficiari sono tenuti per legge a redigere e pubblicare un rendiconto dettagliato su come hanno impiegato i fondi ricevuti. Questi documenti, solitamente disponibili sui siti web delle associazioni, permettono a ogni contribuente di verificare l’impatto reale della propria scelta, creando un circolo virtuoso di fiducia e responsabilità.

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