L’aggiornamento continuo: antidoto all’obsolescenza clinica
Da Redazione
Aprile 18, 2025

L’aggiornamento continuo è l’antidoto all’obsolescenza clinica, un problema che può compromettere seriamente la qualità dell’assistenza sanitaria.I progressi scientifici e tecnologici, infatti, avanzano a ritmi sempre più rapidi e rendono indispensabile una formazione permanente per medici, infermieri e tutti i professionisti della salute.
L’aggiornamento, al giorno d’oggi, è quindi un requisito essenziale per garantire cure efficaci, sicure e sempre al passo con le evidenze scientifiche e cliniche più recenti. Investire nella crescita professionale del personale sanitario significa, in definitiva, investire nella salute dei cittadini.
È un impegno che da un lato migliora la competenza individuale e dall’altro tutela la sostenibilità del sistema sanitario nel suo complesso.
L’ECM: fondamento normativo e obiettivi
L’Educazione Continua in Medicina (ECM) è un sistema strutturato che coinvolge tutti i professionisti sanitari: medici, infermieri, tecnici e specialisti. È un programma obbligatorio per mantenere e migliorare le competenze, allineandosi all’evoluzione scientifica e tecnologica.
La normativa italiana ha formalizzato questa esigenza. Il Programma nazionale di ECM, avviato nel 2002, si basa sui decreti legislativi 502/1992 e 229/1999. Tali atti hanno reso la formazione continua obbligatoria per i professionisti della sanità, un passo decisivo. L’obiettivo è contrastare l’obsolescenza clinica, un fenomeno silenzioso ma diffuso che può compromettere la qualità delle cure. L’evoluzione rapida della conoscenza scientifica, come già accennato, impone infatti un impegno costante nell’acquisizione di nuove conoscenze.
Non sempre, però, il personale sanitario ha il tempo di partecipare a eventi in presenza: per questo la formazione a distanza in ambito ECM è diventata una risorsa preziosa, con soluzioni flessibili come i corsi su ebook offerti da questa piattaforma per il conseguimento dei crediti ECM, che permettono di aggiornarsi attraverso la lettura digitale nei pochi momenti liberi della giornata.
L’ECM mantiene così i professionisti aggiornati, permettendo loro di rispondere ai bisogni dei pazienti e del Servizio Sanitario Nazionale nel modo più efficiente ed efficace possibile.
Numeri e sfide: demografia ed economia della cronicità
I dati epidemiologici italiani sottolineano l’importanza dell’aggiornamento. Le patologie croniche colpiscono il 40,5% della popolazione (24 milioni di persone), con 12,2 milioni di casi di multi-cronicità. Le più diffuse sono ipertensione, artrosi, osteoporosi e diabete.
La pressione demografica aumenta la sfida. L’indice di invecchiamento (over 65/under 15) ha raggiunto 199,8 nel 2023, quasi due anziani per ogni giovane. Le proiezioni indicano un aumento a 300 entro il 2050: tre over 65 per ogni giovane.
Le ricadute economiche evidenziano l’importanza strategica dell’aggiornamento. La spesa italiana per le patologie croniche è stimata in 66,7 miliardi di euro, con proiezioni ISTAT di 70,7 miliardi nel 2028. La spesa per l’assistenza a lungo termine delle persone che non autosufficienti era l’1,7% del PIL nel 2022. La Ragioneria Generale dello Stato prevede un aumento fino al 2,5% nel 2060.
Ma quali sono le migliori pratiche a livello europeo? Facciamo un confronto tra il nostro Paese e la vicina Svizzera.
Modelli e prospettive: Italia e Svizzera a confronto
Il sistema svizzero di aggiornamento continuo propone un modello strutturato. La Legge federale sulle professioni mediche universitarie (LPMed) del 2007 ha reso obbligatorio l’aggiornamento per tutti i possessori di titoli riconosciuti. Il regolamento richiede 50 crediti e 30 ore di studio individuale annuali. L’autocertificazione avviene tramite la piattaforma myfmh; dopo tre anni, si può richiedere un diploma gratuito per i membri delle società specialistiche.
I dati demografici rivelano sfide crescenti anche per il sistema sanitario italiano. I caregiver attivi sono l’8% della popolazione, con proiezioni di aumento al 20% nel 2050. Entro il 2025 mancheranno 3.632 medici di medicina generale, rendendo essenziali l’ottimizzazione delle competenze esistenti. L’aggiornamento continuo è dunque uno strumento per la qualità clinica e la sostenibilità del sistema, migliorando competenze cliniche, tecniche e manageriali.
Investire nell’aggiornamento continuo è essenziale per contrastare l’obsolescenza clinica e garantire cure appropriate. Di fronte all’invecchiamento demografico, all’aumento delle cronicità e alle crescenti pressioni economiche, la formazione permanente dei professionisti sanitari è strategica per la sostenibilità e la qualità dei sistemi sanitari.
Le esperienze italiana e svizzera dimostrano che approcci strutturati e supportati dalla legge possono elevare gli standard assistenziali e rispondere meglio alle esigenze di salute della popolazione.
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