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Cosa sapere prima di aprire un’attività? L’importanza del business plan

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di Redazione

30/05/2025

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Aprire un’attività per quanto sia entusiasmante non è un progetto che si può improntare senza la giusta attenzione a tutti gli elementi necessari a comprendere se questa può avere o meno riscontri positivi e soprattutto senza valutare se si abbiano anche le giuste capacità finanziarie per far fronte a questo progetto. Quando si decide di mettersi in proprio bisogna affrontare il progetto con metodo, preparazione e consapevolezza. Tra gli strumenti più utili e purtroppo ancora troppo sottovalutati c’è il business plan. Non si tratta di un documento formale fine a sé stesso, ma di una bussola concreta per orientare ogni scelta, dalla più strategica alla più operativa.

Comprendere se si è pronti o meno

Prima ancora di pensare a licenze, location o loghi, vale la pena fermarsi un momento e porsi alcune domande scomode ma necessarie:
  • Qual è l’obiettivo dell’attività?
  • A chi si rivolge il prodotto o il servizio che intendo offrire?
  • Esiste davvero una domanda per ciò che propongo?
  • Quanto sono disposto a investire, sia economicamente che in termini di tempo e sacrifici?
Molte attività chiudono nei primi due anni non perché l’idea fosse sbagliata, ma perché non è stata valutata con lucidità. Spesso manca una visione realistica, o ci si lascia trascinare da previsioni troppo ottimistiche. Ecco dove il business plan entra in gioco.

Cos’è davvero un business plan?

Un business plan ben fatto è molto più di un file Excel con numeri ipotetici. È un documento che, partendo da un’analisi del contesto, mette nero su bianco:
  • la descrizione dell’attività
  • il target di riferimento
  • la concorrenza
  • la strategia di marketing
  • i costi previsti (fissi e variabili)
  • le entrate attese
  • il piano finanziario
In altre parole, serve per capire se l’idea è sostenibile, su quali basi si regge e dove possono esserci punti deboli. È uno strumento utile anche per cercare finanziamenti, convincere potenziali soci o investitori, e per affrontare il primo anno di attività con un minimo di margine di manovra. Molti aspiranti imprenditori lo considerano una formalità. Altri lo vedono come un ostacolo noioso. In realtà, scrivere un business plan obbliga a fare chiarezza. A domandarsi cose concrete: quanto mi costa l’affitto? Quante vendite devo fare ogni mese per stare in piedi? Se i clienti non arrivano subito, ho un piano B? Il valore principale del business plan sta nell’obbligo di pensare in modo pratico, misurando i rischi e cercando le soluzioni prima ancora che i problemi si presentino. Inoltre, tenere il business plan aggiornato — rivedendolo periodicamente — aiuta a correggere la rotta e a capire se l’azienda si sta muovendo nella direzione giusta.

Le voci da non dimenticare

Quando si redige un business plan, ci sono alcune voci che andrebbero trattate con particolare attenzione, e che spesso vengono trascurate:
  • Costi nascosti: assicurazioni, consulenze, spese notarili, tasse annuali… sono tutte voci che rischiano di sfuggire nel calcolo iniziale ma che, sommate, incidono.
  • Tempi realistici: tra apertura, autorizzazioni e burocrazia, è raro che un’attività parta nel giro di poche settimane. È importante tenere conto di eventuali ritardi e calcolare un margine.
  • Fondo di riserva: prevedere una piccola riserva per i primi mesi può fare la differenza tra sopravvivere o chiudere di fretta.

L’importanza della burocrazia

Oltre all’aspetto economico, chi apre un’attività deve orientarsi anche tra permessi, comunicazioni e adempimenti fiscali. L’iter varia in base alla forma giuridica scelta e al tipo di attività, ma in generale ci sono tappe obbligate: apertura partita IVA, iscrizione alla Camera di Commercio, SCIA, eventuali autorizzazioni ASL, contributi INPS, ecc. Se hai bisogno di maggiori informazioni sulle procedure burocratiche per aprire un’attività, vai sul blog di B2Scout per saperne di più. Troverai approfondimenti utili, aggiornati e scritti in modo chiaro, pensati proprio per chi si trova a muovere i primi passi nel mondo dell’impresa.

Da dove iniziare?

Se non hai mai redatto un business plan, puoi iniziare da una semplice struttura in Word o su un quaderno. Parti con domande pratiche:
  • Chi sono i miei clienti ideali?
  • Quali problemi risolvo?
  • Come mi differenzio dai miei concorrenti?
  • Quanto mi costa lavorare ogni giorno?
  • Di cosa ho bisogno per iniziare?
Successivamente, puoi passare a numeri e tabelle, magari con l’aiuto di un commercialista o di un consulente. L’importante è che i dati siano realistici. Meglio un business plan prudente e concreto, che uno ambizioso ma pieno di ipotesi irrealizzabili. Il business plan è il primo strumento che può aiutarti a non andare alla cieca, a evitare errori evitabili, a difendere i tuoi soldi e il tuo tempo. Perché non c’è niente di più rischioso di un’attività aperta senza una strategia solida. Meglio iniziare con cautela, che partire di corsa e fermarsi dopo pochi mesi.
Redazione

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