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Come addomesticare un pappagallino ondulato

Da Redazione

Settembre 12, 2019

Come addomesticare un pappagallino ondulato

Il pappagallino ondulato, o cocorito, appartiene alla famiglia degli Psittacidi ed è uno degli uccelli domestici più diffusi. Vuoi sapere come addomesticare un pappagallino ondulato?

Se hai raggiunto questa pagina è perché hai deciso di addomesticare un pappagallino ondulato e non sai da dove iniziare… Bene, il primo passo l’hai compiuto documentandoti. Da ciò si intuisce che ami gli animali e che non desideri avere un pappagallino ondulato solo per il gusto di possederlo.

Per approfondire l’argomento ci avvaliamo dei consigli offerti dal sito web cocoriti.com

Istruzioni su come addomesticare un pappagallino ondulato

Ecco cosa consiglia l’esperto

1. Innanzitutto, bisogna lavorare molto sul rapporto di fiducia. Infatti, l’esperto ci spiega che il primo passo da compiere è far acquistare al pappagallino fiducia in noi

  • se il pappagallino ondulato è stato allevato a mano si lascia subito accarezzare e toccare
  • se, invece, il pappagallino ondulato non ha avuto alcun contatto con chi lo ha allevato allora sarà diffidente e avrà paura. L’operazione di fiducia, chiamiamola così, sarà piuttosto lunga. In questo caso è necessario trascorrere diverso tempo davanti alla sua gabbia, che dovrà essere posizionata nella stanza in cui si passa la gran parte del tempo. In pratica, il piccolo volatile dovrà abituarsi alla nostra presenza. In più, è possibile parlare al pappagallino: utilizzare un tono di voce dolce, basso e melodioso

2. Il passo successivo è provare a dargli del cibo attraverso le sbarre: quando si avvicinerà saremo già a buon punto. In seguito, si può provare a introdurre il cibo con le mani e attendere che il pappagallino venga a beccarlo. A questo punto potete provare ad accarezzarlo, partendo dalla coda e man mano salire verso la testa. Avete ottenuto questo risultato? Allora cercate di far salire il pappagallino sul dito tenendolo fermo e teso davanti a lui, all’altezza del torace.

3. Dopo le suddette fasi avvenute con successo, tentate di portare il pappagallino che avete sul dito fuori dalla gabbia

Queste operazioni possono richiedere anche diverse settimane di esercizi, se non addirittura mesi interi… Solo quando avrete ottenuto ciò il vostro pappagallino si fiderà di voi e a questo punto potrete procedere all’addomesticamento vero e proprio. Gli esercizi per addomesticare un pappagallino vanno ripetuti quotidianamente anche due volte al giorno, per un tempo di circa 20 minuti.

Ora, vediamo nello specifico come si abitua il pennuto a certe azioni, una volta ottenuto che esso viene in automatico sul dito quando lo si tende davanti a lui.

1. Farlo venire da voi al richiamo: il pappagallino deve conoscere il suo nome, innanzi tutto. Pertanto tenderete il dito e pronuncerete frasi semplici come “Su ” seguito dal suo nome.  Via via allontanerete il dito in modo che per salirvi il piccolo debba fare prima un saltello, poi un piccolo volo. Ogni volta che il pappagallino farà quello che chiedete, lo ricompenserete con una piccola golosità, un complimento sincero o una grattatina sul capo.

2. Farlo bere a canna dal lavandino e insegnargli a fare la doccia: tenendo il pappagallino sul dito, aprite un filo di acqua dal rubinetto. Può darsi che la curiosità lo spinga da solo ad assaggiare quel filo trasparente e il vostro lavoro sarà finito. Se invece dovesse mostrare diffidenza e paura, fatevi vedere voi stessi bere sorsetti dal filo di acqua, in poche volte il cocorita vi imiterà. Quando avrà imparato a bere con disinvoltura, spontaneamente gli verrà voglia di fare la doccia, ed è uno spettacolo molto simpatico. In genere i pappagallini che imparano a bere e a fare la doccia in questo modo, vi chiedono loro stessi di aprirgli il rubinetto in maniera inequivocabile, piazzandovisi sopra e richiamando la vostra attenzione in ogni modo.

3. Fare i grattini al vostro pappagallino: se riuscite in questa impresa, il vostro uccellino vi ama in maniera incondizionata: a differenza di altre specie di pappagalli, i cocoriti considerano i grattini (ricevuti dall’uomo) come un grande atto di amore e fiducia: il momento migliore per “provarci” è quando sono rilassati sul trespolo con una zampetta sollevata o quando si stanno facendo toletta: se avvicinando il dito ai baffetti intorno al becco, il pappagallino ruota a 90 gradi la testolina e gonfia il piumaggio… ci sta!! E dovete solo godervi questo spettacolo meraviglioso mentre muovete delicatamente le vostre dita tra le sue vaporose piumette.

4. Mangiare a tavola con voi: iniziate con tenere il pappagallino su un trespolo vicino a voi o sulla vostra spalla quando siete a tavola. Se notate che cerca di scendere sul tavolo e curiosare tra le cose presenti e non lo reputate igienico, riposatelo nella sua gabbietta e portatelo a tavola a pasto ultimato, in modo che possa “pascolare” liberamente tra gli avanzi del banchetto. Raccogliete alcune golosità in una ciotolina in modo che dopo qualche volta che va in giro sul tavolo, identifichi la ciotolina come il posto migliore di tutta la tavola. Quando questa operazione sarà assimilata, aggiungete un posto a tavola! Tenete tuttavia presente che, se il soggetto è curioso, durante il pasto tenderà a venire spesso e volentieri a controllare se quello che c’è nel vostro piatto è lo stesso di quello che c’è nel suo..

5. Insegnargli a parlare: il pappagallino ondulato è anatomicamente strutturato in modo tale da non essere portato alla parola come i suoi cugini di taglia maggiore; inoltre la sua pronuncia è talmente veloce che può capitare che esso ripeta qualche parola ma noi non riusciamo a decifrarla. È molto più frequente invece che il cocorita impari qualche rumore come il gocciolio del rubinetto o il trillo del telefono o il cigolare della porta, e si diverta a ripeterli per fare il burlone. Non insegnate mai una nuova parola , prima che la prima sia stata imparata. Se il pappagallino vive stabilmente libero in casa con voi, troverete senz’altro mille spunti per insegnarli nuove cose, assecondando la naturale attitudine del vostro amico.

Le parole d’ordine sono: calma e pazienza!

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